Il Terzo Polo fa paura

Il Terzo polo evidentemente fa paura se il segretario del PD da ieri ha concentrato la sua campagna elettorale contro Calenda e Renzi abbandonando la Meloni al suo destino di vincitrice delle elezioni. La campagna antiterzopolista si avvale però di strumenti del tutto controproducenti. Da un lato il TP é accusato in sostanza di esistere e di fare la propria campagna elettorale: incapace di reggere il confronto di merito, Letta istericamente lo accusa di voler distruggere il PD. Ma il TP esiste come avversario anche come conseguenza dell’errore strategico del PD di aver costruito una coalizione massimalista scegliendo Fratoianni come alleato ed escludendo prima IV e poi costringendo Calenda alla rottura. Il PD si é distrutto da solo chiudendosi in una riserva indiana minoritaria che non parla al paese ma a minoranze radicali che escludono dal loro orizzonte il governo del.paese. Infatti il secondo fronte della battaglia lettiana è quello di spostare sempre più a sinistra il profilo politico del partito per contendere ai 5S la presunta rappresentanza della sinistra populista e malenconiana. L’attacco al job act, a Blair e alla terza via decretano che Letta vuole diventare il Corbyn italiano e raccattare il consenso di tutto ciò che sta alla sua sinistra. La fine nella disfatta del laburismo populista del leader britannico dovrebbe accendere mille sospetti e dubbi nella testa dei dirigenti del PD, ma la scelta di condurre la battaglia contro il TP secondo la logica devastante della dialettica amico/nemico impedisce di vedere che questa scelta ha un solo esito: una sconfitta molto più grave di ogni previsione.

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