ELEZIONI REGIONALI IN EMILIA ROMAGNA : FOCUS SULLA SANITA’ DI FRATELLI D’ITALIA

A meno di due settimane dal voto regionale in Emilia Romagna, in programma il 26 gennaio prossimo, la campagna elettorale entra nel vivo. A scendere in campo stamattina a Bologna, nelle fila del partito di Fratelli d’Italia, sono stati l’onorevole Galeazzo Bignami ed i candidati al consiglio regionale Lorenzo Tomassini ed Elisa Squerzanti.

Con una conferenza stampa sul tema “Libertà di cura e nuove politiche sanitarie”, che si è tenuta nella sede della sezione cittadina del partito, aperta a luglio scorso nel centro storico bolognese di via d’Azeglio. Di cui avevamo scritto il resoconto, sulle colonne di questo giornale, della giornata inaugurale.

Ad aprire l’incontro di stamattina, riservato ai giornalisti di carta stampata, agenzie e televisioni, è stato il candidato Lorenzo Tomassini, che riveste la carica di portavoce metropolitano di Fratelli d’Italia.

Sul fronte del diritto alla salute, sancito dall’art. 32 della Costituzione, Tomassini ha affermato che “la Regione Emilia Romagna deve fare la sua parte, soprattutto nell’approvvigionamento dei farmaci, calmierandone anche i prezzi”.

Il riferimento particolare è alla multiterapia proposta da Luigi Di Bella sperimentata una ventina d’anni fa e bocciata dall’Istituto superiore di sanità, che può e deve essere ripresa in considerazione, secondo un principio di libertà di cura, anche alla luce della recente rivalutazione della stessa, da parte della comunità scientifica internazionale.

Non si capisce quale possa essere la ratio normativa che fa continuare ad imporre, ad oggi in Italia –  questo il senso dell’intervento di Tomassini – l’unica via della terapia chemioterapica anche quando la letteratura scientifica ha detto che non ci sono risposte efficaci di guarigione e nemmeno un miglioramento della qualità della vita.

La ratio non può certamente essere quella di non dover ostacolare gli interessi delle multinazionali farmaceutiche quando queste confliggano con le terapie alternative a basso costo, che abbiano risposte positive di efficacia, come accadde al metodo ‘Di Bella’ con la somministrazione della somatostatina.

Non è possibile subordinare gli interessi primari della salute pubblica, tutelata dalla Costituzione, con gli interessi di bottega dei potentati economici: la politica non può avallare questo binomio ‘limitazione dei diritti di cura’ per ‘l’interesse delle case farmaceutiche’, a danno della salute dei cittadini.

Soprattutto quando dall’altra parte, con la multiterapia, arrivano risultati concreti e a basso costo.

Come è accaduto al figlio di una mamma presente stamattina all’incontro, che ha dato una testimonianza assai toccante.

Affetto da tumore cerebrale con prognosi infausta, dopo nessuna regressione della malattia con la cura chemioterapica, la signora C. B. ha combattuto contro medici e familiari per la cura alternativa del ‘metodo ‘Di Bella’ ed alla fine ha vinto, sobbarcandosi totalmente la spesa con il suo intero stipendio.

Dopo 9 mesi dall’inizio della multiterapia ‘Di Bella’ il tumore ha avuto una regressione completa, e dopo qualche mese il figlio malato si è anche alzato dalla carrozzina.

Mentre invece nessuno degli altri cinque compagni di sventura è sopravvissuto, malati allo stesso modo e curati con l’unico protocollo ufficiale attualmente riconosciuto.

Il messaggio che Fratelli d’Italia ha lanciato stamattina, sul fronte del tema della sanità, è quello di operare una rivisitazione della normativa vigente, rimettendo in discussione il ‘decreto Bindi’ del 1998 che portò alla non inclusione del protocollo ‘Di Bella’ nel sistema sanitario nazionale. Arrivando alla impossibilità per gli indigenti di poter far fronte alle spese, contro il dettato dell’art. 32 della Costituzione che invece garantisce cure gratuite agli indigenti.

Noi non vogliamo la giungla – ha dichiarato in proposito l’on. Bignami – ma una maggiore laicità: il cittadino dev’essere messo nella condizione di esercitare la scelta, in materia di cure, che sia più congrua rispetto a ciò che è scientificamente comprovato ma anche alle volontà di chi quelle cure deve affrontare.

Se finora la Regione Emilia Romagna ha sconfinato nel pregiudizio ideologico – ha proseguito Bignami – il futuro governo di centro-destra, dal prossimo 26 gennaio, valorizzerà le risorse degli operatori sanitari a prescindere dai loro orientamenti politici, unicamente per le loro competenze in campo medico.

Ciò che gli astanti di stamattina hanno portato a casa, dalla conferenza stampa qui richiamata, accanto alle dichiarazioni programmatiche in materia sanitaria dei due candidati alla Regione di Fratelli d’Italia, e dell’on. Bignami per la battaglia legislativa da condurre in Parlamento, è senz’altro la testimonianza di una madre lasciata sola a combattere, dal sistema sanitario statale che aveva dato per morto suo figlio, e che invece, con tenacia e coraggio, alla fine gli ha salvato la vita.

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