Germania, Merz non ottiene la maggioranza. Si forma il governo?

Friedrich Merz, leader della CDU, non ha ottenuto la maggioranza al primo turno del Bundestag; voto che avrebbe dovuto sancire la nomina della nuova coalizione formata da Unione (Cdu-Csu) e Spd. Merz ha ottenuto 310 voti, sei in meno rispetto alla maggioranza assoluta richiesta.
Friedrich Merz
Friedrich Merz, leader del partito Unione (Cdu-Csu)

La mancata nomina di Merz

È la prima volta dal 1949, che un cancelliere non viene eletto al primo scrutinio in Germania. Lo ribadiscono le principali testate tedesche, come Der Spiegel o Welt, il quale ricorda l’elezione a cancelliere di Adenauer, decisa da un unico voto.

Il Bundestag è composto da 630 parlamentari, la soglia è quindi di 316 voti. In questa votazione la candidatura di Friedrich Merz è proposta, come prevede la costituzione, dalla presidente del Bundestag.

Una seconda votazione deve essere effettuata entro quattordici giorni. Se neanche nella seconda votazione sarà raggiunta la maggioranza del cancelliere, il quorum per la terza è ridotto alla maggioranza semplice.

Se nella terza votazione il candidato non dovesse ottenere la maggioranza semplice, assumerebbe grande rilevanza la figura del Presidente federale, Frank-Walter Steinmeier. È sua la decisione di nominare comunque il candidato, a capo in questo caso di un governo di minoranza, o procedere allo scioglimento del Bundestag ed indire nuove elezioni.

Il Bundestag
Il Bundestag

La crisi della “coalizione semaforo”

La mancata domina di Merz al primo turno si inserisce all’interno di una crisi della stabilità governativa che da svariati anni caratterizza la Germania. Lo scorso 6 novembre (il giorno dopo la vittoria di Donald Trump negli Usa), dopo che il cancelliere uscente Olaf Scholz ha rimosso il ministro delle Finanze (Fdp), Christian Lindner, si è sfaldata la cosiddetta coalizione semaforo. Questo vocabolo specifico, dal tedesco Ampelkoalition, indica la triplice coalizione formata da: Spd (partito socialdemocratico tedesco) la cui bandiera è rossa, Fdp (Partito Liberale Democratico) dall’insegna bianca, e Grünen (i Verdi). Da allora, è rimasto in carica un Governo di minoranza formato da Spd e Verdi.

L’alleanza di governo è entrata in crisi specialmente a causa della forte stagnazione economica tedesca: il Pil si è contratto sia nel 2023 che nel 2024 e le aspettative sono pessimiste anche per il 2025. Le frequenti liti tra partner di Governo, l’incapacità di trovare soluzioni alle difficoltà dell’economia e dell’industria e le divergenze sulla spesa pubblica, hanno portato alla rottura. Il pretesto per la rottura sono stati i tre miliardi di aiuti all’Ucraina. Il cancelliere uscente Scholz aveva affermati, dopo averlo rimosso dal Governo, che il ministro delle Finanze, Lindner, si era opposto allo sblocco.

Alice Weidel, leader del partito di estrema destra Afd

L’ascesa dell’estrema destra

Il partito di estrema destra tedesca, Alternative für Deutschland (AfD), è stato il secondo partito più votato alle elezioni del 23 febbraio 2025 con il 20,8 per cento dei consensi. Un risultato che, secondo i sondaggi, è frutto di una crescita progressiva nel corso degli ultimi anni: dal 2021, infatti, il partito di Alice Weidel avrebbe raddoppiato i consensi passando dell’11 al 20.8 per cento delle ultime tornate elettorali.

Tuttavia, secondo le ultime analisi dell’Istituto Forsa, Afd avrebbe guadagnato ulteriori consensi, arrivando ad essere il primo partito a quota 26 per cento. In picchiata invece Unione (Cdu-Csu) con il 25%, oltre 3 punti in meno rispetto alle elezioni, e poi la Spd con il 15%, che equivale a oltre un punto in meno rispetto al risultato elettorale.

Dopo il voto del Bundestag che, a sorpresa ha visto il leader conservatore Friedrich Merz non ottenere la maggioranza necessaria per diventare cancelliere, un deputato del partito di estrema destra tedesco avrebbe dichiarato: “Vogliamo stabilità per la Germania. Questo deve essere chiaro fin da ora: abbiamo un governo o no? Allora abbiamo bisogno di nuove elezioni. Il Paese ha bisogno di stabilità”.

Pochi giorni fa l’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione in Germania ha stabilito che il partito nazionalista e anti-migranti Alternative für Deutschland è “un’organizzazione di estrema destra” e “non compatibile con con l’ordine democratico libero“. In un rapporto di oltre mille pagine, l’intelligence tedesca afferma che all’interno del partito “predomina una concezione del popolo basata sull’etnia e sulla discendenza”, e che AfD “mira a escludere determinati gruppi di popolazione dalla partecipazione paritaria alla società, a sottoporli a trattamenti che violano la Costituzione e, di conseguenza, ad assegnargli uno status giuridicamente subordinato”. Il partito guidato da Tino Churupalla e Alice Weidel persegue una politica “di matrice etnica” che “declassa interi gruppi della popolazione in Germania e viola la dignità umana”.

La decisione ha riaperto il dibattito su una possibile messa al bando di AfD.

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