LA IENA CINESE contro Q, LA CAVALLERIA DI TRUMP

di Gianmarco Landi

Mercoledì sera la trasmissione su Italia 1 ‘Le Iene’, a firma Mediaset, un’azienda che sembra sempre più controllata da dinamiche internazionali comuniste, ha mandato in onda un servizio delirante, all’interno del quale si sono dipinti i seguaci dei gruppi di Q come una “setta di estrema destra Pro Trump”. Non tutti sanno cosa sia Q, e tra questi dobbiamo annoverare la redazione delle Iene e i vertici Mediaset, perché il piano di sproloqui a cui abbiamo assistito alle Iene fa constatare, oltre ad ampie venature di faziosità, a scapito del Presidente degli Stati Uniti, del popolo americano repubblicano, del Presidente della Rai Marcello Foa o del leader dell’Opposizione Salvini, anche una pericolosa ignoranza.

Protagonista assoluta del servizio è stata la iena Roberta Rei, una specie di ‘vaiassa’ napoletana senza studi significativi alle spalle, ma dotata di quella forma mentis paradigmatica di una certa generazione di giovani privilegiati spuntati fuori in serie, come gli origami cinesi. Si tratta di una generazione di giovinastri che occupano la scena con vaghezza di contenuti, e tra essi spicca il ministro degli Esteri Di Maio, anche lui, come la nostra iena, animato da slanci cino-partenopei. La iena Rei ha dichiarato nelle note biografiche sul sito delle Iene, di aver scoperto il giornalismo stando in Cina nella veste di interprete, ovviamente sotto la tirannia del Partito Comunista cinese a cui evidentemente non ha mai fatto caso. Non capisco questa ‘campionessa’ del giornalismo d’assalto cosa abbia potuto imparare sotto una dittatura cinica, sanguinaria e liberticida, tanto da tornare in Patria e passare in breve tempo dalle ‘palestre giacobine’, quali il Fatto Quotidiano e Rai 3, alla ex liberale Mediaset. Mi sembra però evidente che è in Cina il posto in cui la Nostra abbia potuto maturare un senso di analisi logico critica e una ‘dedizione’ all’approfondimento culturale, all’insegna del manifatturiero cinese. Ed infatti in quale senso intelligente si possa dire di apprezzare il giornalismo all’atto di tradurre dal cinese all’italiano in Cina stando sotto una dittatura comunista, a me sfugge alla comprensione, ma ipotizzo che ciò debba significare l’attitudine del saper portare in lingua italiana l’indirizzo che oggi viene recapitato anche a Mediaset in lingua cinese.

FONTE: https://www.iene.mediaset.it/iene/roberta-rei.shtml

Facendo finta che quello che pensa e dice Mike Pompeo non sia importante, occorre comunque rammentare la disastrosa gestione cinese del Milan o i tempi di Obama, quando Silvio Berlusconi venne umiliato dai togati di ‘Palamara’, che lo spedirono con un pappagallo in mano a Cesano Boscone. Anche uno stupido può capire dove finiremmo tutti noi se dessimo retta agli ‘interpreti’ di questo genere di trasmissioni televisive sicuramente in linea con i ministri della Coca Cola scaturiti allo Stadio San Paolo. Se non opponessimo resistenza alla Cina comunista e ai burattini delle élite pedo-sataniste, come fanno i repubblicani accesi seguaci di Q, finiremmo per sempre tutti imbavagliati e senza libertà di fare e di dire, in attesa di invecchiare molto male, per poi essere sterminati da qualche altro virus cinese soffocando in solitudine sul lettino di un qualche ospizio. Presagisco, allora, che la famiglia Berlusconi avrà gravissimo danno a causa di questo genere di ‘professionismo’ dell’informazione, perché la linea editoriale non solo è adulatoria del mendace, così come è qualsiasi velina scaturita dagli interessi di un apparato comunista, ma si è posta in avversione totale rispetto all’indirizzo politico dominante negli Stati Uniti. Non c’è bisogno di grande ‘scienza politica’ per intuire cosa possa pensare Mike Pompeo su codesta linea editoriale di Mediaset, e perciò se in futuro dovesse spuntare fuori qualcuno dalla finanza eterodossa per portare via da Arcore la governance delle aziende create da Berlusconi, sarà una logica conseguenza. Il problema Mediaset non è solo nella bassa qualità democratica, tipicamente Made in China, di questo modo di fare giornalismo, ma nell’ignoranza pura che permette ad una svampita qualsiasi di svillaneggiare, con falsità e scemenze, un epigono strategico dell’apparato più potente al Mondo, che ovviamente sta incidendo pesantemente sugli esiti delle urne statunitensi, come la stessa iena Roberta Rei ha pure ‘scoperto’ e rivelato.

Cosa è Q? E’ un portale di suggerimenti non convenzionali e criptati, concettualmente mascherati ed anonimi, con un’ispirazione al genere letterario bellicoso tipo ‘Primula Rossa’ o ‘Zorro’, cioè con un forte allaccio storico a periodi e contesti ad alta conflittualità politico sociale. Q è una iniziativa che ha colto di sorpresa le corazzate mediatiche del mainstream perché è riuscita ad imporre sul web narrazioni che mai sarebbero dovute emergere per tutelare i Dem e la Globalizzazione. Q ha potuto farlo perché ha ‘viaggiato’ su infrastrutture informatiche di totale pertinenza dell’Esercito statunitense: le iene scusino se per loro è troppo poco! I militari Usa sono l’organizzazione più potente al Mondo, con oltre 5 milioni di dipendenti (circa il doppio di quello riferibile a tutti i dipendenti della Repubblica Popolare cinese o ai dipendenti di tutti i Mc Donald della Terra), ed è forte di un budget schiacciante qualsiasi altro budget di spesa, con oltre 700 miliardi di dollari annui. Se le perorazioni di Q supportano Trump, e lo fanno in maniere ferocemente aggressive verso i leader democratici Usa, verso i banchieri e verso lo star system televisivo, cinematografico e musicale, essendo esse possibili grazie a infrastrutture informatiche fruibili con il tacito assenso dell’Esercito Usa, bisogna avere seri dubbi che Trump possa perdere queste particolari elezioni. A mio giudizio politologico il fatto che da quasi 4 anni non tornino più in Madrepatria ragazzi americani in sacchi di plastica nera, non è un fattore irrilevante elettoralmente e politicamente, anche se i Media di tutto il Mondo fanno sottacere questo dato. E poi i modi con cui i Dem hanno cercato di buttare giù Trump tramando la truffa Russiagate-Obamagate, non riuscendoci, e il modo attraverso cui hanno tentato di favorirsi pesantemente alle prossime elezioni sortendo nel Mondo il contesto covid-19, a protezione della Globalizzazione e come precondizione del Transumanesimo, costituiscono una garanzia di mantenimento del potere di Trump a qualsiasi costo. Se la Democrazia Occidentale dovesse rompersi nello scontro di un non riconoscimento reciproco, situazione che in realtà è quasi in procinto di essere e di per sé stessa ormai evidente, a vincere sarà solo colui che ha l’Esercito dalla sua parte, non certo le star, le banche e i media, soprattutto se a non dover ottenere alcuna transizione di poteri è uno solo, cioè quello appoggiato dai militari e dalla Suprema Corte degli Stati Uniti. Riflettete sopra: i generali Usa non potranno mai rimettersi sotto il dominio sanguinario dei guerrafondai democratici, e questa cosa si comprende solo capendo cosa sia concretamente Q, cioè la minaccia imminente e concreta, di poter affogare uno per uno i leader Dem con la bacinella in cui si possono lavare pubblicamente tutti i loro panni madidi di sangue, merda e adrenocromo. Gli Qanon, infatti, sussistono nell’autorità di fatto e non di diritto, di poter bilanciare il disequilibrio mediatico contro i repubblicani con lo sputtanamento scientifico, ancorché in anonimo, di tutti i leader Radical dei Democratici, nonché di tutti i signori della Globalizzazione, e non importa quanto intoccabili essi si considerino. Nessuno può fermare Q, e chi potrebbe farlo, cioè Donald Trump, ne potrebbe essere già il capo sin dalla sua nascita, probabilmente scaturita con la cacciata del generale Flynn dal board dell’Amministrazione Trump, risultato ottenuto da Obama con il supporto degli ex vertici dell’FBI e della CIA. Questi ex vertici, definiti da Q il Deep State, sono oggi tutti alla sbarra e con la spada di Damocle di un arresto penzolante in testa. A prescindere dalle accuse precise, circostanziate e riscontrabili che Q scarica sulle élite della Globalizzazione, che a mio giudizio sono incredibili ma sostanzialmente fondate, se ne ricava che Donald Trump è molto più astuto, abile e potente di quanto abbia lui stesso dato ad intendere con il suo personaggio compiacente le narrazioni dei media-mainstream. Il Presidente in carica dietro alle spalle non ha solo i repubblicani e il grande ceto medio americano impoverito dalla Globalizzazione, ma anche pistole, mitra, marines, fucili, caccia, sottomarini, bombe, droni, missili, e Q, cioè una macchina da guerra politica ‘in rete’, molto più potente dei Black Lives Matter, dell’Antifà, delle ONG terzomondiste, e tutte le altre ‘bestie’ del circo globalista.

Partendo da queste consapevolezze possiamo riconoscere tutta l’idiozia della redazione delle Iene, che ieri ha intervistato sedicenti Qanon, e attraverso certe parole strampalate senza alcun senso proferite da queste, ha palesato l’ambizione di certificare la ‘follia’ a sostegno di Trump. Gli Qanon sono anonimi per definizione, quindi le Iene non avrebbero mai e poi mai potuto intervistare un vero Qanon (cioè un generale, o un membro dell’amministrazione Trump o forse Trump stesso che magari spiffera gocce di informazione, o disinformazione, in totale anonimato), ma semmai sedicenti seguaci degli Qanon, atteso che Q esprime il massimo grado di segretezza militare mentre ‘anon’ la parola anonimo. Di seguito il link al Servizio TV delle Iene.

https://www.iene.mediaset.it/video/qanon-setta-trump-usa_897752.shtml

La Iena cino-partenopea dalla chioma rossa però ci ha messo del suo, e ne ha fatta una bellissima. Oltre a diffondere palesi fanfaluche negando realtà concrete e note, la Nostra è caduta nell’errore di sottostimare quelli che lei chiama “complottisti”, i quali sono abituati dal faticoso esercizio di seguire gli enigmi di Q a non far passare inosservato alcun dettaglio a loro si presenti. La fantomatica testimone oculare delle ‘angherie’ commesse da Q, cioè la povera vittima della setta Qanon, tale Brianna Wu, parlava inglese con inflessione italiana mentre era doppiata nel corso dell’ intervista fatta dalla nostra iena, ed in realtà si trattava della stessa ‘attrice’ che ha partecipato al programma televisivo “Forum” in veste di fidanzata tradita! Bella mossa questa, bella davvero!

Le fanfaluche raccontate per discreditare Q sono state tante e tanto stupide l’altro ieri sera, e una giornalista che non fosse targata Made in China, prima di bollare l’adrenocromo come fake news avrebbe potuto almeno approfondire la figura di Hunter Thompson, un suo più illustre collega. Questo giornalista fu molto importante nell’alveo dell’ascesa dei giovani radical negli anni 70 al vertice del partito Democratico americano. La iena rossa non sa che a raccontare dell’adrenocromo fu proprio il creatore dello stile giornalistico Gonzo, ispirato all’humus della beat generation, cioè Hunter Thompson. Costui non solo fu penna illustre dell’industria musicale, oggi tanto odiata dagli Qanon, ma fu un guru importantissimo del presidente Carter dal 1976-80, e prima ancora del candidato alla presidenza Mc Govern, oppostosi a Nixon nel 1968. Thompson tenne a battesimo mediatico culturale tutti i grandi leader Dem sin dalla loro ascesa alle primarie, che sortirono dal 1968 in poi, e cioè Clinton, Gore, Kerry, e fu proprio lui e non Q a raccontare al Mondo le proprietà dell’assunzione privilegiata dell’adrenocromo, la droga delle élite anticristiane e intimamente antiamericane e antioccidentali.

Copertina di Rolling Stone del 1975, con cui Hunter Thompson lanciò alle primarie Dem uno sconosciuto avvocato di nome Jimmy Carter, poi diventato Presidente degli Stati Uniti dal 76-80.

Se la iena Rei non fosse quella svampita Made in China che invece è, non avrebbe definito in TV il Presidente della Rai Vittorio Foa, personaggio di grande spessore, un complottista che addirittura prende in considerazione Q come una fonte di informazioni! Se la iena Rei non fosse una donna ignorante, avrebbe anche studiato il pensiero di Saul Alinsky, amico personale dei Clinton, e su cui la signorina Hillary Rodham diede la tesi di laurea. Così la nostra iena, che tanto odia Trump e i repubblicani, avrebbe compreso le profonde trame di intreccio ideologico e morale tra il radicalismo e il satanismo, a cui Alinsky era devoto, così come lo è Hillary Clinton iscritta insieme alla figlia alla celebre Chiesa di Satana di San Francisco. La Iena cino-partenopea ignora del tutto la concezione del valore della vita umana insita nel credo della genesi umana di fervore pagano satanista, perché se non la ignorasse, saprebbe che i sacrifici di bambini sono una pratica che è sempre esistita nella Storia dell’Umanità, specie prima della nascita di Cristo, ed è sempre stata diffusa tra certe élite, ovviamente perseguitate giustamente dai leader delle comunità occidentali sottese alle tre grandi religioni monoteiste, ad eccezione delle ultimi decadi, come avrete già tutti intuito.

In conclusione sia chiaro: per me si può criticare Q, Trump, il sovranismo, Foa o Salvini, ci mancherebbe… Molto bene fanno coloro i quali credono sia giusto lottare per difendere le élite della Globalizzazione, i sacerdoti-virologi del Covid, le mascherine coattive, le necessità sanitarie di coprifuoco, il Partito Comunista cinese, L’UE della Merkel, il Mes, la Troika, i vaccini obbligatori, Bill Gates e sua moglie con la croce capovolta a ciondolare sul collo. Lo facciano pure, ma io starò dall’altra parte opposta, senza alcuna paura!

Quando però si banalizza la lotta al traffico degli esseri umani e al sacrificio di milioni di bambini, che spariscono perché vengono rapiti in tutto il Mondo da reti di trafficanti protette da una parte dei potenti, così come hanno fatto le Iene, forse bisognerebbe farlo valutando meglio il peso morale e le serie conseguenze politiche che ci saranno schierandosi con gli uni e non con gli altri. Una goccia di Q diceva che nulla potrà fermare quello che deve succedere, e ciò significa che se un’onda rossa (riconferma forte di Trump) si abbatterà addosso a chiunque non l’abbia vista, i malcapitati ne pagheranno il costo.


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2 thoughts on “LA IENA CINESE contro Q, LA CAVALLERIA DI TRUMP

  1. Bravissimo.La solita storia quando vogliono screditare qualcuno devono dire che e una setta, povere iene come sono caduti in basso, e la Fininvest questi si che sono i professionisti dell’ informazioni, io li considero solo con l acronimo: ED ESSERI DEGRADDATI
    Grazie per il lavoro che stai facendo

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